Avete mai pensato di far studiare musica ai vostri figli?
Per quelli della nostra età non penso fosse una cosa comune, per lo meno non nei piccoli paesini dove vivevo io, ma ora sta prendendo sempre più piede.
Di solito si pensa sempre a far praticare uno sport e la musica viene dopo eventualmente, anche perchè si dice – giustamente – studiare uno strumento e non suonarlo – soprattutto all’inizio!
Però la soddisfazione è veramente grande! Ieri sera siamo andati a vedere un concerto con un piccolo prodigio: Chiara Bleve che a soli 10 anni ha eseguito musiche di Bach e Telemann. Siamo rimasti tutti senza parole: più piccoli sono e più sorprendente è l’effetto, non trovate?
Anche le mie figlie, le grandi, hanno deciso d’intraprendere questa avventura: avrà un seguito? Resisteranno? Lo porteranno avanti? Chi lo sa! Però suonare uno strumento – qualunque venga scelto – è una liberazione. Lo studio è tanto, ma nel momento in cui si suona – o si prova a suonarlo – si esce dalla quotidianità, dai propri problemi, dal mondo reale e si entra in una dimensione parallela fatta solo di musica. Non ci si può permettere di tornare indietro alla realtà, perchè è come salire su un’auto da corsa: non ci si può permettere di distrarsi altrimenti si ha già sbagliato!
Comunque la musica non è solo evasione, ma anche concentrazione perchè bisogna saper leggere uno spartito (sopratutto se in chiave di sol e di basso), saper trasportare le note sullo strumento, conoscerne il tempo, percepire la dolcezza o la forza del brano e condire il tutto con un pizzico di personalità.
Il consiglio che mi sento di darvi è lasciare libera scelta ai vostri figli, perchè ognuno vive lo strumento in modo proprio e potrebbero veramente stupirvi con le loro scelte! 🙂